Charlie Kirk aveva solo 31 anni.
Un padre, un marito, un figlio.
Un uomo che viveva per la sua famiglia e per la sua Nazione. La sua voce era il simbolo di un dialogo sincero, il suo impegno una speranza per il futuro.
Ieri Charlie è stato strappato via da noi, brutalmente ucciso mentre difendeva i suoi ideali. Un gesto vile e intollerabile. Colpendo lui hanno voluto colpire tutti noi, perché ciò che è stato attaccato non è solo un uomo, ma la libertà che incarnava.
E oggi, 11 settembre, anniversario del giorno in cui il cuore della democrazia americana fu ferito a morte, sentiamo ancora più forte il peso di questo attentato. Ieri come allora, l’obiettivo è lo stesso: distruggere ciò che ci tiene uniti, la nostra fede nella libertà, la nostra forza come popolo.
Sono vicino alla sua famiglia, ai suoi cari, a tutta la comunità che lo ha amato e seguito. Ma soprattutto sono vicino a chi oggi sente il dolore trasformarsi in rabbia, e la rabbia diventare determinazione.
Charlie non se n’è andato invano. Il suo sacrificio ci ricorda che la democrazia non si spegne con la violenza, ma si rafforza ogni volta che qualcuno prova a colpirla.
Oggi piangiamo, ma domani saremo ancora più forti. Per lui. Per l’America. Per la libertà.