Il premio di “eccellenza italiana all’estero” a John Elkann? Ma davvero?
Una vergogna.
Premiare come “eccellenza” chi da anni mette l’Italia e gli italiani in fondo alla lista degli interessi di Stellantis è un capolavoro di ipocrisia.
Come ho detto su La Verità, parliamo di uno che promette la Giga-Factory a Termoli e poi riempie gli stabilimenti italiani di tagli, cassa integrazione e chiacchiere.
Intanto si spalancano le porte alla Cina, dopo aver incassato sussidi pubblici a palate. Complimenti: una strategia geniale… per chi vuole chiudere fabbriche, non aprirle.
E poi c’è la CGIL, sempre pronta a organizzare scioperi generali — contro un governo che, per la prima volta, sta facendo esattamente ciò che ha promesso… e proprio per questo non se ne danno pace!
Gli stessi che trovano tempo per flottiglie ridicole e manifestazioni simboliche, ma che sono rimasti in religioso silenzio quando Stellantis mandava in povertà migliaia di famiglie italiane.
Dov’erano i paladini dei lavoratori mentre le fabbriche chiudevano e gli operai finivano in cassa integrazione?
Ah già, troppo impegnati a difendere le bandiere… non i lavoratori.
Il paragone con Sergio Marchionne, che almeno la verità te la diceva in faccia, è impietoso.
John Elkann, basta premi e finzioni da “eccellenza”: chi svende l’Italia non è un modello, è un problema.
L’unica cosa che avete reso “eccellente” è la disoccupazione e la delocalizzazione.
L’Italia merita rispetto.
I lavoratori italiani meritano verità, non medaglie ai loro carnefici.
 
										
										 
										 
                     
 
                                 
 
                                 
 
                                