Sono stato messo su una lista di divieto.
Il Nuovo Partito Comunista Italiano ha pubblicato una lista pubblica dei presunti “agenti sionisti in Italia”, con nomi e fotografie. Su questa lista ci sono imprenditori, politici e servitori dello Stato: persone che hanno dedicato la loro vita alla sicurezza, alla legalità e al bene comune. L’inserimento in questo elenco, per coloro che sono finiti dentro, rappresenta un pericolo reale e concreto, perché alimenta l’odio e legittima la violenza e perché mostra i volti di coloro che dovrebbero essere protetti dall’anonimato, data la dolcezza del suo lavoro per il nostro paese.
Per oltre vent’anni ho vissuto e lavorato all’estero, in tre continenti, compreso il mondo arabo di cui, secondo questi individui, sarei un “nemico”. Mi considero un cittadino del mondo: ho trovato estremisti, persone di buon senso, ortodossia e aperture ovunque. Chiunque abbia fatto questa lista non appartiene alla parte ragionevole del mondo. Sono propagatori dell’odio, che in un momento già drammatico per il Medio Oriente, scelgono di gettare benzina sul fuoco, incitando al conflitto e non al dialogo.
Vorrei ringraziare pubblicamente la Comunità Ebraica di Roma, mia città, per le parole di solidarietà espresse dal presidente Victor Fadlun, in seguito all’intervista che ho diffuso a Il Tempo e che qui condivido.
Attendo ora, non senza amarezza, una chiara condanna da parte della sinistra parlamentare. Ma forse, come si dice, l’inferno dovrà prima congelare.