Fonte: Corriere Canadese
Di Giuseppe punta il dito contro il sistema di voto per corrispondenza per gli italiani all’estero, che avrebbe “una fragilità intrinseca, non garantisce che il voto sia esercitato effettivamente dall’elettore e non già dalla persona che materialmente recepisce la busta (la busta preaffrancata inviata dagli uffici consolari per esprimere il voto), che può anche essere un familiare, ma ben potrebbe essere un terzo, ad esempio un centro servizi che il cittadino italiano ha indicato all’Aire come propria residenza nei frequenti casi di accentuata mobilità all’interno dello Stato in cui si è emigrati”.